lunedì 28 aprile 2008

Venere e Marte cadono nella rete di Vulcano


La ben nota contrapposizione tra la ragione e le passioni, a cui si aggiunge il vecchio interrogativo se la ragione sia schiava delle passioni o se invece le passioni possano e debbano essere ricondotte sotto il dominio della ragione, risale alle antiche idee schematiche sulla gerarchia delle facoltà umane. La letteratura ha enfatizzato nel recente passato la dicotomia cerebrale peculiare delle donne che si trovano a vivere il conflitto tra "Ragione e Sentimento" (J. Austen), oppure tra "Passione, Ragione e Volontà" (Via col Vento).

Siamo stati educati a superare ogni conflitto con la Volontà. Ciò non significa che il desiderio o la ragione siano aboliti o respinti a un livello inferiore; entrambi restano al loro posto. La nascita del moderno è segnata simultaneamente dalla scoperta del "nuovo Mondo" e dalla scoperta che esiste qualcosa nell'uomo che può dire sì o no ai precetti della ragione. Non si cede al desiderio e alla passione per ignoranza o debolezza, ma per volontà.

Il Cattolicesimo ha cavalcato l'onda lunga di questo approccio razionale alla realtà, al punto che la "libertà del volere" gioca un ruolo importante nel pensiero filosofico e religioso cristiano post rinascimentale. In realtà tale modo di concepire la dinamica dell'Homo interiore non si poneva nei filosofi dell'antichità.
La volontà funge da arbitro tra la mente che conosce e la carne che desidera, ma non libera l'uomo. In questo ruolo la volontà di agire o di non agire è libera, ossia può giungere ad esprimersi in assoluta spontaneità. Tuttavia, come ben sappiamo, anche se la volontà è libera, l'uomo fatto di carne e di intuizione, benché possieda questa facoltà elevata di decisione, non è affatto libero.

La mitologia giunge ad affermare concetti di trasformazione della "materia carnale" non diversi da quelli espressi dalla spiritualità alchemica orientale. Il desiderio carnale (Venere) deve prima essere risolto e soddisfatto affinché l'istinto sessuale (Marte) possa essere compreso e assimilato in comportamento consapevole (cerebralizzazione degli istinti).
Solo così la coppia alchemica maschio-femmina (Venere e Marte) può cadere nella rete tesa dalla ragione alchemica (Vulcano), capace di restituire, al contempo, spontaneità e libertà di autoespressione nonostante la presenza di una indispensabile rete di autolimitazione delle pulsioni.

Nel dipinto realizzato da Marteen van Heemskerck, "Vulcano mostra agli dei Marte e Venere nella rete", (1540) , Zeus, simbolo della ragione discorsiva, aperta e disinibita, in grado di educare attraverso l'arte e la mitologia, mostra la trasformazione del serpente (libido) in uccello (percezione), mentre Venere "guarda" dentro la "cinepresa" e congiunge il medio con l'anulare, a significare l'imminente unione di conoscenza delle pulsioni e autocoscienza alchemica, principio di libertà e fondamento della vera volontà.

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