lunedì 28 aprile 2008

Venere tradisce Vulcano


La mitologia descrive nelle vicende amorose degli Dei schemi di trasformazione dell'energia psichica (la coppia Venere(Marte) in energia mentale (Venere/Mercurio) e infine in energia "spirituale" (Venere/Zeus).

Ogni passaggio richiede una particolare iniziazione e ogni iniziazione individua un particolare percorso dell'energia all'interno del corpo umano a cui corrisponde un conflitto tra l'eroe e le divinità malefiche che presidiano "fiumi, laghi, mari e montagne".

Ma se l'eroe (Eracle, Perseo, Ulisse) deve affrontare le terribili creature generate dall'energia psichica all'interno della testa (il cervelletto di Ercole, il mesencefalo di Perseo, i due emisferi di Ulisse), la natura femminile (Pandora,Venere e Proserpina) deve invece affrontare il rischio di aprire il vaso del male (Efesto), di provocare la gelosia degli Dei (Vulcano) e infine di esplorare la natura sotterranea del subconscio, dell'inconscio e dell'iperconscio (Ade).

Nel mondo dei sentimenti corporei, ritenuti il carburante naturale di ogni trasformazione (Lo solfo), Venere provoca amori, passioni e sciagure. E' facile dire alla donna (l'anima sensoriale di Venere) di ricondurre il desiderio psichico alla realtà delle evidenze razionalmente comprese ed assimilate (la rete di Vulcano), ma non è così facile accontentarsi di "vivere secondo ragione". La ragione dell'anima (Venere sposa di Vulcano) non si preoccupa del tempo futuro, ma cerca la felicità nel momento presente, qui e ora. La ragione dell'anima non è incline ai sacrifici, perché sa bene che la vita è breve e deve essere vissuta al massimo delle proprie possibilità interiori. La razionalità è un peso, una limitazione e un vincolo, per quanto la ragione possa essre flessibile e disponibile alla comprensione.

Nel cuore degli alchimisti che rincorrono l'amore, il denaro, il sesso e il potere della libertà da conquistare subito, in questa vita, senza ulteriori attese ragionevoli, avviene una significativa inversione dei "poli magnetici, per cui Venere, fedele sposa di Vulcano", decide un bel giorno di tradirlo per l'aitante e coraggioso Marte. La vicenda del tradimento di Venere non è un atto superficiale. Vulcano è il fabbro che trascorre tutto suo tempo nella fucina del cranio, insieme ai suoi cinque aiutanti (i sensi della mente); non si concede mai una tregua, una vacanza, un weekend di leggerezza e di divertimento con la moglie ed è quindi "logico" che l'anima, per quanto evoluta e propensa alla crescita intellettuale, ricerchi invece una espressione creativa della pulsione psichica. Che sia sesso, arte o autoespressione creativa poco importa. La coscienza solare di Apollo, emblema di una "raggiante" conoscenza della natura umana, informa che l'anima è per sua natura incline al godimento e rifiuta il sacrificio della pulsione creativa, pena l'insorgere della malattie psicosomatiche.

Velazquez riprende il tema del tradimento di Venere e dipinge Apollo mentre entra nella fucina di Vulcano per informarlo che la bellissima e giovane moglie è fuggita con Marte, proprio nel momento in cui il fabbro sta ultimando la forgiatura della corazza di Marte.
Entrambi recidivi, pulsione psichica (Venere) e libido sessuale (Marte) "scappano" di corsa dal mondo dell'alchimia spirituale. La vita è breve....non c'è più tempo per dedicarsi allo sviluppo della mente in intelletto...siamo ciò che siamo; la gioventù se ne va in fretta, la maturità è sterile, la vecchiaia incalza e il tempo prende il sopravvento.

Amore, denaro, sesso e libertà sono i quattro assi della croce su cui gli alchimisti rinascimentali fissano la propria mente. La Chiesa aveva ragione a paragonarli al diavolo...chi cerca la verità non trova Dio, ma l'uomo e la sua finitezza.

Venere sposa di Vulcano


Nella filosofia rinascimentale l'anima alchemica è lo stadio finale di un processo di metamorfosi della pulsione psichica (paura, insicurezza, desiderio) in consapevolezza istintiva (Eva), sensoriale (Venere), cognitiva (la Vergine dell'Annunciazione) e infine "spirituale" (la Madonna) dei sentimenti corporei, considerati in gergo alchemico l' acqua di vita, l'acetum fortis e il lac Virginis in grado di trasformare qualunque "rospo" in "Principe".

L'imperativo delfico "Conosci te stesso", tradotto da Nicolò Cusano in "Se tu sarai tu, Io (Dio) sarò tuo", e nel moderno invito ad essere sempre "se stessi", inizia ad avere un senso se l'anima sperimenta di essere figlia di una "madre terribile", dal cui grembo fuoriescono ininterrottamente "istinti, pulsioni e libido". Non a caso in quasi tutte le favole alchemiche elaborate nel periodo barocco, la protagonista è una bambina, una fanciulla o una giovane donna che si allontana dalla madre (Cappuccetto rosso), oppure rimane orfana (Biancaneve- Cenerentola ), mentre in una versione napoletana di Gatta Cenerentola la protagonista giunge persino ad ucciderla.

Il distacco dall'ombelico materno segna simbolicamente l'inizio di un viaggio di "conoscenza di sè" descritto dalla mitologia greca in tre vicende che collegano la dimensione corporea dell'anima , raffigurata sempre da una donna, con la dimensione celeste rappresentata da un "Signore del Karma".

I "signori del Karma" (Efesto, Vulcano e Plutone) sono sempre presenti sulla soglia di iniziazione dell'anima a uno stadio dimensione superiore di comprensione e incarnano prove, crisi e fallimenti in grado di ricondurre l'individuo sul sentiero della trasformazione interiore, concepita fondamentalmente, nella mistica religiosa, come un percorso di "metamorfosi dell'anima" (Maria) e di "redenzione dell'Io" (Il figlio di Dio). Marte/Efesto è il karma generato dai desideri che istigano l'anima psichica (Pandora) ad agire in forme contraria alle leggi degli uomini e alle leggi spirituali. Saturno/Vulcano è il Karma generato dalla ragione che procede attraverso meccanismi di razionalizzazione del pensiero e rende l'anima sensoriale (Venere) incapace di riflessione morale, etica e spirituale. Plutone/Ade, infine è il Signore del Karma generato dalla Volontà dell'anima (Proserpina) di realizzare bisogni, necessità e desideri atteraverso una precisa intenzionalità finalizzata allo scopo.

Venere e Marte cadono nella rete di Vulcano


La ben nota contrapposizione tra la ragione e le passioni, a cui si aggiunge il vecchio interrogativo se la ragione sia schiava delle passioni o se invece le passioni possano e debbano essere ricondotte sotto il dominio della ragione, risale alle antiche idee schematiche sulla gerarchia delle facoltà umane. La letteratura ha enfatizzato nel recente passato la dicotomia cerebrale peculiare delle donne che si trovano a vivere il conflitto tra "Ragione e Sentimento" (J. Austen), oppure tra "Passione, Ragione e Volontà" (Via col Vento).

Siamo stati educati a superare ogni conflitto con la Volontà. Ciò non significa che il desiderio o la ragione siano aboliti o respinti a un livello inferiore; entrambi restano al loro posto. La nascita del moderno è segnata simultaneamente dalla scoperta del "nuovo Mondo" e dalla scoperta che esiste qualcosa nell'uomo che può dire sì o no ai precetti della ragione. Non si cede al desiderio e alla passione per ignoranza o debolezza, ma per volontà.

Il Cattolicesimo ha cavalcato l'onda lunga di questo approccio razionale alla realtà, al punto che la "libertà del volere" gioca un ruolo importante nel pensiero filosofico e religioso cristiano post rinascimentale. In realtà tale modo di concepire la dinamica dell'Homo interiore non si poneva nei filosofi dell'antichità.
La volontà funge da arbitro tra la mente che conosce e la carne che desidera, ma non libera l'uomo. In questo ruolo la volontà di agire o di non agire è libera, ossia può giungere ad esprimersi in assoluta spontaneità. Tuttavia, come ben sappiamo, anche se la volontà è libera, l'uomo fatto di carne e di intuizione, benché possieda questa facoltà elevata di decisione, non è affatto libero.

La mitologia giunge ad affermare concetti di trasformazione della "materia carnale" non diversi da quelli espressi dalla spiritualità alchemica orientale. Il desiderio carnale (Venere) deve prima essere risolto e soddisfatto affinché l'istinto sessuale (Marte) possa essere compreso e assimilato in comportamento consapevole (cerebralizzazione degli istinti).
Solo così la coppia alchemica maschio-femmina (Venere e Marte) può cadere nella rete tesa dalla ragione alchemica (Vulcano), capace di restituire, al contempo, spontaneità e libertà di autoespressione nonostante la presenza di una indispensabile rete di autolimitazione delle pulsioni.

Nel dipinto realizzato da Marteen van Heemskerck, "Vulcano mostra agli dei Marte e Venere nella rete", (1540) , Zeus, simbolo della ragione discorsiva, aperta e disinibita, in grado di educare attraverso l'arte e la mitologia, mostra la trasformazione del serpente (libido) in uccello (percezione), mentre Venere "guarda" dentro la "cinepresa" e congiunge il medio con l'anulare, a significare l'imminente unione di conoscenza delle pulsioni e autocoscienza alchemica, principio di libertà e fondamento della vera volontà.